Il rumore della pelle sulle calze era veramente sublime, ma la mia eccitazione saliva per la presenza dello sconosciuto dietro la tenda. Mi guardavo allo specchio in tutto il mio narcisismo e godevo. Mentre strusciavo la mano sulla pelle agganciai il bottoncino automatico della cintura sul fianco. Quel click fece scattare come una molla nel mio osservatore. Saltò dentro il camerino richiudendo la tenda e tappandomi la bocca iniziò a toccarmi le cosce prendendomi da dietro. Sentii il suo cazzo duro appoggiato sul culo e con un movimento lascivo mi abbandonai a lui. Capì che non avrei urlato e mi tolse la mano dalla bocca per passarla sui seni accarenzando i capezzoli che erano diventati dei pulsanti da mungere. < Che troia che sei...> .mi sussurrava all orecchio..< Appena ti ho vista credevo che mi scoppiasse il cazzo. Lo sai puttana? Li sai drizzare i cazzi vero? Ti riesce naturale... zoccola che non sei altro>. Io non riuscivo a dire una parola, l eccitazione mi toglieva il respiro, riuscivo solo a mugolare di piacere e lui osava sempre più. Tolse l enorme cazzo dai pantaloni e me lo strusció sulla gonna di pelle. Impazziva in questo gesto semplice, lo vedevo dai suoi occhi rivolti in su , riflesso nello specchio osservavo che mi apriva la gonna a portafoglio cercando la figa.. E toccando le calze ripeteva...< puttana mi fai impazzire...sei splendida...sei proprio una gran zoccolona..lo sa quel cornuto di tuo marito quanto ti piace il cazzo? Lo saa?? > Io interrogata esplicitamenti risposi con voce bassa < No ..non lo sa> <Ah no.. Io invece dico che lo sa> Quanto mi eccitarono queste considerazioni lo sentiva dalla figa grondante. Alzai una gamba e appoggiai la punta della scarpa sullo sgabellino del camerino e mi feci infilare prima il medio poi l anulare e infine l indice nella figa che scivolavano dentro facendo fuoriuscire nettare trasparente. Mentre lui si strusciava sul mio culo e con l altra mano passava dai seni alla mia bocca.. Accarezzando e a volte stringendomi il collo in un piacevole gesto di alta prepotenza. Godendo e mugolando ebbi un orgasmo che mi attraversó tutta la colonna vertebrale fin su al cervello e ritorno, proprio mentre lui continuava a incitarmi a godere <Che fica aperta e vogliosa che hai..sei da chiavare ogni istante della giornata. Sei da riempire di sborra in ogni dove..mi é impossibile decidere dove schizzarti per prima troia>. Che meravigliose parole uscivano da quella bocca mi mettervano il desiderio di tenere il cazzo in mano. Cosi come mi eccitavano rumori che sentivo fuori dal camerino. Lo strinsi e me lo segai sulla gonna, poi riprendendo lucidità gli dissi < decido io dove mi sborri ...porco..> Sentendomi seguire il suo gioco mi infiló la lingua in bocca farfugliando..<Si..decidi tu ..porca..> mi lasciai limonare intensamente mentre, con le spalle appoggiate al muro del camerino, mi segavo il cazzo appoggiato sulla coscia sollevata sullo sgabellino. Dallo specchio ci guardavamo entrambi e il suo cazzo pulsava nella mia mano con la cappella appoggiata sul nylon. < Regalami la tua sborra calda sulla coscia...> gli dissi staccandomi dalle sue labbra < lasciamo un ricordino sulle calze per mio marito.. Rientrando a casa mi farò toccare le cosce in macchina e lui non immaginerá che tocca la tua sborra> < Gran troiaaa> mi disse sborrando a fiume ..inondandomi dalla balza fino al ginocchio...mmm quel calore mi provocò un secondo orgasmo cerebrale mai provato prima misto all eccitazione della situazione e al suo odore che mi attirava come le farfalle coi feromoni.
Continua