(segue da Steso nel buio)Arrivati. Chiedimelo, chiedimelo, non farlo, cazzo.
Scende, mi gira intorno e piega il viso di lato con uno sguardo da discola.
“Grazie, bella serata, ma a te un’altra birretta non andrebbe? Ne ho un paio in frigo”
Resto di pietra per un istante eterno.
“mmm, in effetti sì, ma…”
“Dai, è tutta la sera che vai avanti a se, ma, forse, non so. Tu hai proprio bisogno di una guida, da solo non ce la fai proprio, eh? Vieni su”
“uhm, ok dai. È solo che domani dovrei vedere il professore ed essere un minimo lucido, ma abbiamo fatto 30…”
“Facciamo 31”
Basta, me la scopo, la apro come una mela. Michè, è tutta colpa sua, la punirò anche per te, stai con una troia.
Mentre salgo le scale guidato dall’ondeggiare del suo perfetto culo cerco di giustificarmi, è proprio una sfacciata. Ma poi come si permette? Ho bisogno di una guida, è arrivata la donna vissuta di 21 anni. Te la faccio vedere io la guida, te la faccio sentire dentro questo culo perfetto di stronzetta.
La casa sembra proprio la mia dei primi anni universitari: un corridoio lungo e buio con tante stanzette che ci si affacciano. Beh, è più pulita ed ordinata della mia, non puzza di fumo stantio, non ci sono lattine di birra finite nel bidet, né poster antagonisti alle pareti, né sconosciuti svenuti sotto il tavolo. Ok, diciamo che solo la struttura la ricorda vagamente. Luisa tira dritto verso la sua stanza (e la birra?), mi fa entrare e mi chiede di chiudere la porta.
“E la birra?” Cazzo, l’ho detto!
“Dai, chiudi ‘sta porta”.
Vi volto e chiudo la porta, mi volto di nuovo verso di lei e me la trovo ad un centimetro, con quegli occhi di fuoco piantati nei miei. Sono inchiodato alla porta, sono paralizzato.
“Io ti voglio mio adesso”.
“Luisa, noi, non, non sta proprio bene. Cioè, sei bellissima, ti desidero tantissimo ma… insomma, Michele… oddio”. La mia tracotanza di pochi istanti prima è svanita in un soffio. Sono impietrito, terrorizzato, tremendamente eccitato.
“Ssshhh. Ti voglio mio”. E nel sussurrare queste parole mi prende i polsi e li blocca contro la porta. Non ha bisogno di forzare perché non oppongo la minima resistenza. Sono completamente in balia di lei, sono posseduto, sono suo. Avvicina il suo meraviglioso viso al mio, lateralmente. Mi sfiora la guancia, si discosta. Si avvicina di nuovo, i suoi seni sul mio petto, le labbra a pochi centimetri dalle mie. Ho un’erezione esplosiva nei pantaloni. Si allontana di nuovo, lascia i miei polsi, fa un paio di passi in dietro.
(continua)