(segue da Steso nel buio parte 2)
“Spogliati”.
“Mah, così? Perché non lo fai tu?”
“Sssshhh. Spogliati ho detto”.
“Uff, Luisa tu mi fai impazzire”
Continua a fissarmi. Faccio un respiro e cedo.
“Ok, Luisa, sono tuo, dimmi tutto quello che vuoi”.
Un angolo della bocca si incurva in un mezzo sorriso di soddisfazione mentre continua a guardarmi. Io mi spoglio. Via la maglietta, via le scarpe e i pantaloni. Esito un attimo ma mi basta incontrare il suo sguardo per proseguire. Via le mutande. Sono nudo davanti a lei. Sono inerme, sono vinto e sono incredibilmente eccitato dall’esser vinto da lei. Sono mortificato.
“Adesso voglio che mi guardi e ti masturbi”.
Non provo neanche a protestare, sono in suo potere, rapito. La voglio, la adoro, voglio essere suo. Mi vergogno, mi sento un lombrico, ma godo infinitamente ad essere suo. Inizio a masturbarmi mentre lei fa ancora qualche passo indietro e si siede sul letto continuando a guardarmi con quegli occhi di fuoco. Accavalla le gambe con un gesto elegantemente ampio, controllato. Arrivo ad intravedere per un istante l’inguine, nulla più, ma ogni centimetro di quella pelle è la mia terra promessa. Ogni centimetro e una corda che mi allaccia, che mi tira a se.
L’eccitazione è alle stelle. Mentre me lo meno comincio ad ansimare.
“Oh Luisa, ti voglio”. Il mio respiro si fa sempre più profondo e soffiato.
“Questo lo decido io”. Si stringe i seni tra le mani “Vorresti queste?”
“Sì, Luisa. Ti voglio tutta, ti adoro. Voglio scoparti”.
“Dimmi che sei mio”.
“Sì, sono tuo Luisa. Ah, sono tuo, sono tutto tuo”. Continuo ad ansimare ed a gemere.
Le sue mani cominciano a correre sul suo corpo, ad accarezzarlo, ad evidenziarne le forme. Allarga un po’ le gambe e con la mano, da sopra al vestito, si accarezza la fica.
“È questa che vorresti, eh?”
“Sì, Luisa, voglio la tua fica, voglio fotterti, ti prego, sto per venire, scopami”
(continua)