Jeudi, 17 novembre 2011 @ 15:42
(segue da steso nel buio parte 5)
E mi chiamò tre sere dopo, verso mezzanotte.
“Pronto?”
“Ehy, dove sei? Vieni qui, ho bisogno di te. Il tuo amico ha proprio rotto le palle.”
“Che succede?”
“è sempre lì a preoccuparsi per la scuola e a dormire. Eravamo ad una bella festa in casa di amici, con musica e tanto alcol. E proprio sul più bello quello mi pianta per andarsene a dormire. Stasera non gliela avrei fatta dimenticare. Adesso che ho voglia di scatenarmi sono rimasta senza cavaliere e sono molto arrabbiata. Vieni qui, ho voglia di ballare.”
Eccomi pronto a prendere al balzo l’occasione presentata sei per uno screzio del mio migliore amico con la sua ragazza. Mi sento sempre più un verme, ma cavolo, non resisto. Questa volta ha voglia di scatenarsi, chissà cosa potrebbe capitarmi. E poi, fosse anche solo per riaccompagnarla a casa, non riuscirei mai a dirle no. Ha un potere incredibile su di me questa donna di vent’anni.
Volo sul motorino, al citofono non rispondono neanche, si limitano ad aprire, che la festa è per tutti. Volo su per le scale ed eccomi lì. La porta è socchiusa e da dentro viene un gran baccano. Luci soffuse e musica alta. Una gran folla di ragazzi e ragazze stanno accalcati, ballano, chiacchierano, bevono. A fatica cerco di farmi largo cercando Luisa in una giungla di teste, ma non la vedo. Supero un corridoio e sulla destra si apre un’altra stanza, appena meno affollata della prima, dove ragazzi e ragazze sono intenti, su ritmi di tango, in strane danze di corteggiamento che certo tango non sono. E la vedo. Luisa non ha tardato a trovarsi un altro cavaliere, nonostante la mia corsa. Un ragazzotto tarchiato e peloso la avvinghia e le si struscia con voluttà tenendole una mano sul sedere e cercando di farsi largo col mento per baciarle il collo. Ma lei è una libellula, una fata ballerina, leggera e divina ed è bella anche tra quelle braccia pelose che non la meritano.
Comunque è fatto, il mio arrivo è totalmente inutile.
È meravigliosa, ma è una meravigliosa puttana. Avrà ancora addosso l’odore di Michele, del mio amico Michele, ed eccola a sbatterla in faccia a questo troll. Parlo io poi…
Sto per girare i tacchi quando Luisa mi vede. È un solo gesto, di una incantevole eleganza. Il troll è messo di lato e rimane come un fesso a guardarle il culo mentre ancheggia verso di me.
“Ma che cazzo…” prova a protestare il troll... (segue)